Il luogo ideale per poter ammirare panorami di dolci colline ricamate da argentei uliveti e infinite vigne, delle pinete selvagge, dei poggi su cui ammirare ricordi di borghi antichi. ma è anche la patria di paesini arroccati, dalle case in pietra e dalle minuscole piazze. La Maremma Toscana è una terra che testimonia in ogni angolo la sua lunga storia, la cultura e l´arte di millenni, attraverso paesi come Tirli, Vulci, Roselle, Vetulunia, ma anche Grosseto e le poco distanti città del Tufo.
Importanti civiltà gloriose, come gli Etruschi, i Romani, hanno lasciato su tutto il territorio della Maremma testimonianze del loro passaggio. Dove adesso sorgono poderi, agriturismi, affittacamere, hotel, alberghi e altre strutture ricettive, un tempo camminavano le antiche popolazioni che dettero origine ai paesi di Castiglione della Pescaia, Grosseto, Follonica, Porto Santo Stefano e Porto Ercole. Sempre in questo meraviglioso luogo della Toscana issarono le torri spagnole del Parco della Maremma e successivamente nobili famiglie Medioevali degli Adobrandeschi, dei Corsini, dei Medici apprezzarono le ricchezze del luogo, lasciando testimonianze di storia ed archeologia che attirano in Maremma il turismo da tutto il mondo.
La Maremma fú abitata fin dalla preistoria, come attestano i numerosi ritrovamenti paleolitici e neolitici che si possono ammirare nei Musei di Grosseto e Manciano. Nell´età del Bronzo (12°-10° secolo a.C.) nacquero numerosi insediamenti nella valle del Fiora, (Sorgenti della Nova, Molino Rossi) di cui restano tracce e reperti.
La vera storia della Maremma Toscana inizia però con gli Etruschi; una grande civiltà, un popolo che grazie ai frequenti contatti commerciali con la Grecia e l´Oriente si espande e fonda città lungo le valli dei fiumi: il Fiora, (Poggio Buco, Vulci, Sovana,Pitigliano), l´Albegna, (Saturnia, Ghiaccio Forte, Marsiliana, Magliano), l´Ombrone (Vetulonia, Roselle). Qui oggi numerosi agriturismi dotati di ogni confort e ristoranti tipici ospitano i turisti che amano l´archeologia e le bellezze naturali.
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA E IL SUO CASTELLO
Castiglione della Pescaia è dominata dal centro storico situato sulla collina che si affaccia sul mare e che culmina con il castello di origini medievali sul punto più alto. Nel centro storico sono conservati diversi edifici di chiare origini medievali con le caratteristiche strutture murarie in pietra.
Si entra nel vecchio borgo dalla Porta Urbica, ricostruita nel 1608. Si nota subito la Chiesa della Madonna del Giglio, risalente al XVIII secolo, ricavata da un edificio militare utilizzato per ospitare guarnigioni a difesa della porta del paese. Salendo lungo Via del Recinto si costeggiano le mura e si raggiunge la via panoramica da cui si domina il paese e si gode di una vista mozzafiato che spazia dai selvaggi Monti dell’Uccellina, al padule della Diaccia Botrona e della pianura fino a Grosseto.
Da visitare la Chiesa di S.Giovanni, con il caratteristico campanile che poggia su una torre circolare ricavata da un ambiente più antico utilizzato a scopi militari. La Chiesa ospita oggi le reliquie del patrono del paese San Guglielmo d’Aquitania. Su in cima si trova la Rocca, o Castello che è di proprietà privata e che è costituito da tre torri con base a scarpa disposte a forma triangolare.
VETULONIA E IL SUO MUSEO
Vetulonia è un’antica città degli Etruschi che dette a Roma i simboli littori dei fasci e della scure. Vetulonia toccò il massimo del suo splendore tra il VII e il VI sec. a.C. e conserva ancora molte memorie della sua antica potenza. Dopo lo splendore del periodo etrusco Vetulonia decadde, fu nel 1181 che sorse il Castello di Colonna, nato dalla necessità di fortificazioni per la difesa della popolazione.Delle imponenti cinta murarie etrusche sono rimasti alcuni tratti, e nelle immediate vicinanze dell’attuale paese si trova la necropoli etrusca.
Tra le tombe che si possono visitare, sono notevoli LA TOMBA DEL DIAVOLINO e LA TOMBA DELLA PETRERA, che si incontrano imboccando la strada che porta a Buriano. Nel paese è possibile visitare un museo archeologico, di recente apertura, con reperti di notevole valore. Splendido è il panorama che si può ammirare per il dolce declinare dei colli.
PITIGLIANO
Vederlo dalla chiesa della Madonna delle Grazie, dedicata come ex-voto per la peste del 1527, e con il sole verso il tramonto, Pitigliano dà un’impressione scenografica indimenticabile. Come Orvieto, ma più primitivo e più intimamente fuso con la natura per la vegetazione che gli si abbarbica addosso e la roccia grigiastra dei tagli perpendicolari alla strada; un luogo d’ombre e di luci non vivide, se non contro il cielo, tagliate in angoli e riquadri, il cui senso umano è percettibile nelle linee spezzate che conformano i tetti, il castello e la torre gigliata (alla fiorentina).
Vi respiri aria di civiltà e culture mutevoli nella logica imprevedibile dei tempi: quella preistorica con i più correnti ritrovamenti dell’ eneolitico rinaldoniano; quella etrusca di segno vulcente, specialmente delle fasi orientalizzate e arcaica, con qualche prodotto greco; quella romana, unificante i popoli in un comune ordine; quella medievale degli Aldobrandeschi, la più grande dinastia dell’Italia Centrale, signori della Maremma per circa mezzo millennio; la grandezza rinascimentale della nobile romana famiglia degli Orsini vanamente assaltati dalla vendetta del papa Alessandro VI e del suo figliolo il Valentino e, dopo una breve presenza senese, i Medici e i loro eredi, i Lorena. Per dire circa 3500 anni!
Il paese è dominato dal palazzo-fortezza degli Orsini con un bel cortile rinascimentale ionico in cui si evidenzia un pozzo con stemmi degli Aldobrandeschi e degli Orsini. Nell’interno del palazzo è allestito il Museo con oggetti archeologici e d’arte. Nella piazza della Repubblica è il terminale di un bell’acquedotto cinquecentesco. A Capisotto è cinquecentesca Chiesa di Santa Maria. Nella piazza intitolata a Gregorio VII è la cattedrale che conserva dipinti del senese Cozzarelli (sec. XV), di Francesco Vanni (sec. XVI), dello Zuccarelli (sec. XVIII) e dell’Aldi (sec. XIX).
Il fascino surreale di Pitigliano ti acceca non appena fatta l’ultima curva che porta al paese…Un ponte davanti ad esso permette di ammirare tutta la sua bellezza. Arroccato su uno sperone tufaceo, lassù fragile e imponente allo stesso tempo…
La Magia di Pitigliano si respira passeggiando lungo le sue strade dove incontriamo chi vive qui tutti i giorni e sa come trasformare con operosità e ingegno la creta, la ceramica, il feltro, la pelle, il legno, la carta, il cotone, la lana, il bottone e altro..
Definita anche “La piccola Gerusalemme” per la numerosa e attivissima comunità giudaica che dal XV sec vi si stabilì. Oggi del ghetto ebraico è disponibile per il culto ed è visitabile la Sinagoga, il Cimitero ebraico, il forno dove si cuoceva il pane azzimo, la cantina scavata nel tufo dove si produceva il vino kasher, la macelleria kasher, il bagno di purificazione per le donne e la tintoria.
Una stanza dedicata alla memoria delle vittime cadute nei campi di sterminio nazisti fa venire il groppo in gola a leggere i nomi e la storia degli abitanti di Pitigliano deceduti nei lager.
Una sosta golosa è l’assaggio dello Sfratto un dolce fatto con un impasto di miele e frutta secca, che ricorda con la sua forma il bastone che, picchiando sulle porte delle case, incitò gli ebrei di Pitigliano nel 1622, ad uscire dal borgo e trasferirsi nel Ghetto.
Interessantissima anche la visita al museo di Palazzo Orsini della durata di un’oretta circa.
Il costo del biglietto è di 4€ e al momento del pagamento viene fornito al visitatore un depliant con la descrizione delle varie stanze e delle opere d’arte in esse contenute.
Di particolare interesse la biblioteca, il vecchio frantoio e la sala delle torture.
La ricchezza del passato di Pitigliano è stata tramandata anche nella rigogliosa produzione vinicola. Le vigne, infatti, fertilizzate dal tufo vulcanico e da un humus vecchio di millenni, producono uno dei più pregiati vini bianchi italiani che si impone per qualità : il “Bianco di Pitigliano”, fra i primi vini ad essere riconosciuto DOC. Caratteristiche sono le grotte e le tombe etrusche scavate nel tufo, alcune delle quali vengono utilizzate come cantine per la conservazione e stagionatura dei vini.
Pitigliano è circondata dalle Vie Cave etrusche, misteriosi percorsi scavati nella roccia viva, di lunghezza variabile da 500 metri a oltre 1 km e con dislivelli anche impegnativi. E’ incredibile addentrarsi in questi corridoi intagliati nel tufo migliaia di anni fa, di cui si conosce ancora così poco. Bisogna attrezzarsi come se si percorresse un sentiero in montagna, quindi scarpe molto comode ed adatte a terreni un po’ accidentati e al bosco, acqua e…gambe in spalla, naso all’insù quando vi troverete nei passaggi più stretti e con le pareti alte che sembrano chiudersi sulle vostre teste!
CAPALBIO
Capalbio, ultimo comune a sud della Toscana, è circondato da imponenti mura quattrocentesche . Vi si entra attraverso una porta in stile senese . Nella zona è facile trovare ristoranti dove mangiare cinghiale e cacciagione. Capalbio, ultimo comune a sud della Toscana, è circondato da imponenti mura quattrocentesche . Vi si entra attraverso una porta in stile senese . Nella zona è facile trovare ristoranti dove mangiare cinghiale e cacciagione. Oltre alla splendida spiaggia di Capalbio, dalla caratteristica colorazione nerastra meta di turismo d’Elite, a meno di 20 chilometri di distanza, ci sono le spiagge selvagge della Costa d’Argento. Nel vicino promontorio dell’Argentario è possibile trovare delle scogliere meravigliose.
Il Giardino dei Tarocchi
Il giardino è un vero e proprio museo a cielo aperto, perfettamente inserito nel paesaggio collinare della Maremma, un parco di eccezionale fascino, unico al mondo, uno degli esempi d’arte ambientale più importanti d’Italia.
Questo parco artistico composto da ciclopiche sculture, alte dai 12 ai 15 metri, raffiguranti i 22 arcani maggiori dei tarocchi che Niki de Saint Phalle ha creato sulla collina garavicchio, nel comune di Capalbio.
Durante la visita incontriamo: “Il Mago” con la sua mano ricoperta di piccole tessere di specchi, sotto “la sacerdotessa” con una bocca con cui la scultrice ha voluto fare un omaggio al giardino di Bomarzo da cui fuoriesce una piccola cascata di acqua che scivola su dei gradini ricoperti di sfoglie di ceramica, finendo in una fontana dove al centro si muove la ruota della fortuna con i suoi getti d’acqua.
MASSA MARITTIMA
Massa Marittima è suggestivo borgo medievale adagiato tra le Colline Metallifere, a 380 m s.l.m., a circa 15 Km dal Golfo del Sole., circondato dalla campagna maremmana e ricco di bellezze storiche, ambientali, artistiche ed architettoniche ereditate da un florido passato.
Percorrendo gli stretti vicoli in salita del centro storico è possibile raggiungere la parte più alta della città e godere di un suggestivo panorama dalla valle al mare e di impareggiabili tramonti.
Nota per le miniere di rame e d’argento, sfruttate fino al 1300, poi riattivate dal 1830 fino agli anni 1970, conserva intatto il suo aspetto medioevale. Il Balestro del Girifalco, gara fra i balestrieri dei rioni della Città, è anche una rievocazione storica.
GROSSETO
Città fortificata lungo la via tra Roma e Pisa, nel 1138 diventa sede vescovile prendendo così importanza nella Maremma.
Più tardi passa agli Aldobrandeschi, poi viene conquistata dai Senesi e nel 1559 passa ai Medici. Segue varie bonifiche per almeno due secoli attualmente è il Capoluogo di Provincia della Maremma, ed è in Toscana quella riconfigurabile più a meridione rispetto alle altre province…
TIRLI
Spesso, capita di conoscere luoghi che ti rimangono impressi nella memoria, per tanti motivi.
Tirli, piccola frazione di Castiglione della Pescaia, è uno di quelli. Abbarbicato su un monte, da cui lo scorcio di panorama mozza il fiato anche al più veterano dei viandanti, giunti in cima, alle porte, ti accoglie un cartello con l’indicazione del paese che da solo basta il tragitto che dal mare ti porta in collina, in mezzo al bosco ed ai castagni. Il paesaggio che abbraccia e stupisce il visitatore da subito, è magnifico, ed è quello delle colline verdi che discendono dolcemente verso il mare, che appare in lontananza in tutta la sua bellezza.
I tirlesi sono grandi cacciatori, è risaputo; tutti hanno un castagneto ed una parte di bosco, che all’occorrenza tagliano per le esigenze di casa. In inverno, nel paese, aleggia l’odore della legna che brucia e si mescola ai profumi del cinghiale, assoluto padrone della macchia, cucinato in tanti modi diversi nei vari ristoranti che fanno di Tirli, un eccellente centro enogastronomico : alla cacciatora, alle mele, alle castagne con i funghi, senza dimenticare i tortelli maremmani, rigorosamente fatti a mano e conditi con sugo di ……cinghiale.
Cosa ci piace tanto di Tirli, forse non lo sappiamo neanche io. Sicuramente la pizza del forno locale, che vendono gli alimentari, è speciale, diversa da tutte, senza mozzarella ma con una pasta ed un pomodoro da urlo. La gente è fantastica ed è dotata del tipico spirito maremmano. E che dire del muro che costeggia la via principale, sul quale in primavera fioriscono un’infinità di bocche di leone spontanee che con i loro colori affascinano e inebriano di profumi e ricordi. La fioritura dura poco, ma noi come sempre, con nostalgia, aspettiamo tutto l’anno quell’esplosione di colori.
Le storie di Tirli poi, che un simpatico amico tecnico si impegna a raccontarle alla gente, incantandola. La più conosciuta è quella del gallo traditore, che cantò nel momento meno opportuno. Mentre i Saraceni, sbarcati in una cala sottostante, dopo aver cercato e non trovato nulla nei fitti boschi che abbracciano il paese, stavano per andarsene, improvvisamente sentirono questo gallo e seguendo il suo canto poterono raggiungere il paese e rapire la grande maggioranza dei suoi abitanti.
Inoltre la cultura che si mescola alle tradizioni, mi fanno pensare al gusto che questi abitanti hanno anche per il gioco, quello semplice, come il gioco della palla Eh!, o palla 21. Quest’ultimo un gioco antichissimo, giocato con le mani nude o protette da soli guanti, nelle piazze e nelle strade. Una grande tradizione di Tirli, Vetulonia e di alcuni paesi della provincia di Siena, ancora oggi preservata e custodita con estremo orgoglio.
Infine il bosco di Sant’Anna, con spazi ospitali e favorevoli al convivio con i suoi tavolini e luoghi per fare il fuoco. Quante volte, noi del posto, siamo stati a farci delle memorabili e indimenticabili merende . Soprattutto in piena estate, i castagni garantiscono una temperatura ottimale, un fresco naturale che ritempra lo spirito e la carne. In questo quadro quasi pittoresco, non manca la classica fontana, che come nelle più belle fiabe viene ritenuta “magica”. Le donne che ne bevono rimangono facilmente incinte.
Rocca di Montemassi
La dimora padronale è stata riportata all’antico splendore, il laghetto dove dimorano degli splendidi cigni è uno specchio di Venere, il Museo della Civiltà Rurale, che è ununicumin Maremma, trova la sua “casa” in un’ala dell’azienda che è stata riportata alla sua architettura originale e a uno standard di efficienza elevatissimo.
Gianni Zonin ha fatto di Rocca di Montemassi un tempio del grande vino. La Maremma, considerata la nuova frontiera dell’enologia del Bel Paese, è stata capace con il suo folgorante fascino di attrarre nell’ultimo decennio le grandi “dinastie”del vinoprima fra tutte quella della famiglia Zonin che ha investito in un articolato progetto vitivinicolo nel territorio della denominazione del Monteregio di Massa Marittima.
Gli oltre 160 ettari di vigna di Rocca di Montemassi sono dedicati alla produzione di due grandi autoctoni di Maremma il Sangiovese (Rosso) e il Vermentino (bianco) e alla produzione di uve di grande caratura qualitativa: il Merlot, il Cabernet Franc e il Cabernet Sauvignon e il Syrah che in Maremma, grazie alla luce peculiarissima di queste terre, dà esiti fantastici così come il Viognier, un bianco di eccezionale eleganza. La Tenuta Rocca di Montemassi è tra i principali produttori di Monteregio di Massa Marittima Doc che è diventato nel volgere di un decennio uno dei vini toscani più apprezzati su molti mercati internazionali.
Chi arriva alla Tenuta Rocca di Montemassi ha l’opportunità di visitare le cantine,i vigneti ed il Museo della Civiltà Rurale che racconta l’anima di Maremma. E’una ricchissima collezione di oltre tremila oggetti che partono dai secoli più remoti e si fermano al periodo pre-bellico e di una documentazione fotografica che narra oltre cento anni di stile di vita contadino. Nelle ampie sale dell’enoteca, adiacente al Museo, gli appassionati del vino e gli enoturisti possono degustare e acquistare i prodotti della tenuta ottenuti dalle varietà coltivate nella zona. Orari Enoteca: da martedì a sabato 10.00 -18.00, lunedì 10-12.30 e 14.30-17 o su prenotazione.
Tra i vini bianchi spicca l’autoctono bianco per eccellenza della costa toscana, il Vermentino, dalla splendida mineralità, al tempo stesso intenso e fresco, ma anche il Viognier, varietà internazionale, che nella tenuta viene vinificato in purezza per ottenere l’Astraio, un vino dal grande frutto, suadente e longevo.
Tra i rossi il Rocca di Montemassi rappresenta il vino di punta. Elegante e possente rosso, uvaggio bordolese classico con una piccola percentuale di Syrah, è l’espressione di un terroir d’eccellenza, frutto della passione e dell’esperienza dell’equipe tecnica della famiglia Zonin in collaborazione con l’enologo francese di fama mondiale Denis Dubourdieu. Si possono inoltre degustare il Sassabruna Monteregio di Massa Marittima D.O.C., uvaggio di Sangiovese con piccole percentuali di Merlot e Syrah, i due vitigni internazionali che in questa porzione della Maremma hanno trovato habitat ideale e Le Focaie, un Sangiovese in purezza che ha profumi freschi e fruttati come vuole la tradizione di questa terra.
SIENA
Siena è un prezioso gioiello dell’arte e della cultura Toscana. La famosa Piazza del Campo che con la sua forma a conchiglia ospita ogni anno il Palio, la celebre corsa dei cavalli, è protetta da numerosi Palazzi storici che su di lei vigilano, offrendole una straordinaria cornice di colori ocra e marroni che virano sull’arancione. Uno di questi, il Palazzo Pubblico, o Palazzo Comunale che ospita al suo interno il Museo civico, ricco di magnifici affreschi di artisti famosi. Alla sua sinistra nel 1340 fu eretta una Torre, simbolo dell’autorità comunale, conosciuta come Torre del Mangia.
Il centro storico di Siena è come un piccolo gioiello tempestato di pietre preziose, dichiarato dal 1995 Patrimonio dell’Umanità.
Il Duomo di Santa Maria Assunta, realizzato in marmi policromi, è considerato una delle più belle chiese medievali d’Italia, il Palazzo delle Papesse in stile Rinascimentale, la Pinacoteca nazionale che conserva una cospicua collezione che abbraccia tutta la pittura senese, il Museo dell’ Opera del Duomo, costituito nel 1870, conserva molti capolavori di vari artisti, tra i quali spicca la “Maestà” di Duccio da Buoninsegna; il Santuario Cateriniano ospita dipinti che ripercorrono la vita della Santa senese ed alcuni suoi oggetti personali; la Basilica di S. Domenico, iniziata nel 1226, imponente e severa costruzione in stile gotico-cistercense; la Chiesa di S. Francesco, costruita nel 1326 ampliando una chiesetta preesistente, ha l’ interno a croce egizia ad una navata, e conserva preziosi affreschi ed altre opere importanti.
La Fattoria Maremmana è il punto di partenza strategico per raggiungere in breve tempo mete predilette dai turisti di tutto il mondo. Con l’accoglienza familiare tipica dell’Agriturismo in Maremma, ma arricchita da privilegi e comfort che solo La Fattoria Maremmana può offrire.